Articoli e documenti

  Fare un’Italia nuova — Walter Veltroni     
  Il discorso di Walter Veltroni al Lingotto — Torino — 27 giu. 2007
[in sintesi] Riunire l’Italia, farla sentire di nuovo una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé. Unire gli italiani, unire ciò che oggi viene contrapposto: Nord e Sud, giovani e anziani, operai e lavoratori autonomi. Ridare speranza ai nuovi italiani, ai ragazzi di questo Paese convinti, per la prima volta dal dopoguerra, che il futuro faccia paura, che il loro destino sia l’insicurezza sociale e personale. [...] Ed è un paradosso inaccettabile che questo avvenga in un tempo che come mai è proiettato nel domani, che come mai è ricco di opportunità, che offre possibilità di conoscenza, di formazione, di comunicazione e di scambi una volta impensabili, di relazioni umane e culturali una volta impossibili.

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(video su La Stampa)

  La Medicina centrata sulla persona — Mauro Alivia
  Convegno di Legambiente sulla libertà di scelta terapeutica — Roma — 5 giu. 2007
[in sintesi] Il medico ha il compito di curare ogni singolo paziente cercando di cogliere le sue caratteristiche individuali, relative alla sua fisicità, vitalità, alle sue caratteristiche psichiche e spirituali. La diagnosi che emetterà nel corso della visita comporterà la prescrizione di una terapia con consigli igienici, modificazioni nella sua alimentazione, nella sua condotta di vita e nell’uso di particolari rimedi.
    L’insieme dei mutamenti avvenuti nelle condizioni soggettive e nel quadro clinico permetteranno al medico una valutazione dei cambiamenti sopraggiunti e, dunque, l’efficacia dei trattamenti prescritti. Non viene fatta la valutazione riguardo al miglioramento o alla scomparsa di un singolo sintomo, ma una diagnosi accurata che riguarda le modificazioni riguardo ai vari aspetti dell’essere del paziente. La finalità dell’intervento terapeutico è il raggiungimento della salute, che non può significare, ovviamente, il ritorno allo status quo, ma il raggiungimento di uno stato “altro” che, grazie al disagio e alla malattia affrontata, ha portato ad un arricchimento, ad un’“evoluzione” rispetto allo stato precedente. Dunque, uno stato di salute conquistato, frutto di cambiamenti avvenuti grazie ad una presa in carico diretta e personale da parte del paziente, che si fa carico della sua vita, scegliendo quel medico, quell’approccio terapeutico, modificando il suo stile di vita.
    La presa in carico di sé e del proprio malessere è stato il “primum movens”. L’assunzione di responsabilità della propria salute è un elemento fondamentale di crescita, espressione delle proprie potenzialità spirituali. Quando questo avviene, spesso dopo il superamento di una malattia o nella gestione di una malattia cronica, l’individuo diventa “persona”.
    Questa è la medicina centrata sulla persona, ove il singolo paziente, con la sua storia, la sua biografia, diventa oggetto dell’attenzione del medico e dei terapeuti che se ne fanno carico e soggetto della sua guarigione.

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  Alleanza per la famiglia — Tommaso Padoa-Schioppa
  Intervento alla Conferenza Nazionale della Famiglia — Firenze — 24 mag. 2007
[in sintesi] Se dovessi indicare l’intento che maggiormente guida la mia azione di Ministro, forse sceglierei questo:
contribuire a rendere più equo, nella nostra società, il rapporto tra le generazioni.

La famiglia rimane il nucleo della società in cui le generazioni si formano e convivono,
il luogo dove nascono e operano i legami più forti di solidarietà tra persone.
Ma i mutamenti nella sfera economica e sociale portati dalla rivoluzione industriale e dalla crescente urbanizzazione
hanno fatto sì che alla solidarietà tra generazioni non bastino più i vincoli affettivi che si sviluppano all’interno della famiglia;
occorre anche un contratto sociale, un ruolo attivo della collettività organizzata nello Stato.

Oggi il nostro paese ha un debito di quasi 1.600 miliardi di euro.
La spesa per interessi è attualmente dell’ordine di 70 miliardi di euro
che vogliono dire quasi 1.200 euro per ogni cittadino italiano, dal neonato al pensionato.

Questo debito, questo peso, è stato caricato sulle spalle dei giovani di oggi e di domani, prima ancora che nascessero.
Vi è stato caricato da una intera generazione che ha creduto di rispondere alle sollecitazioni, in sé spesso del tutto giustificate,
provenienti dalla società ma soprattutto da gruppi di interesse organizzato, indebitandosi sempre di più.
Occorrevano soldi? Si aumentava il debito. Chi paga? Si è risposto (con i fatti, non con le parole): pagheranno i nostri figli, poi si vedrà.
Lo stesso è stato fatto con le pensioni.

Chi, esplicitamente o implicitamente, indica di riprendere la via scellerata del debito crescente,
mostra di non credere nel futuro del Paese, deruba l’innocente che ancora non vota,
ignora che tra le generazioni deve operare un principio di solidarietà:
non solo in famiglia, ma nella collettività intera.

Ecco perché il fatto di non arretrare rispetto alla politica del risanamento
è la prima politica per la famiglia di questo governo e del Ministro che vi sta parlando.
Bruxelles non c’entra proprio. L’Europa ha avuto solo il merito di ricordare una verità elementare di equità sociale:
i conti sono gli stessi per una famiglia e per una nazione;
chi si indebita deve pagare, non far pagare altri.

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  Una forza grande come il futuro — Piero Fassino     
  Relazione introduttiva di al 4° Congresso nazionale dei Democratici di sinistra — Firenze — 19 apr. 2007
[in sintesi] L’Italia è di fronte a uno di quei passaggi d’epoca nei quali sono i caratteri costitutivi della nazione
– il ruolo internazionale, il modello di sviluppo, le forme della coesione sociale, gli assetti istituzionali –
che vanno ripensati, restituendo alla società italiana quelle certezze di futuro, quel senso di appartenenza,
quell’essere comunità che configurano una identità nazionale forte in cui ciascuno possa riconoscersi.
E quando un Paese è chiamato a decisioni così strategiche per il suo avvenire,
decisivo è che ci sia una classe dirigente che si fa carico di guidare la nazione e si assume la responsabilità di scelte difficili.
Per questo oggi l’Italia ha bisogno di una grande forza politica
– grande per consenso elettorale, per radicamento sociale, per credibilità della sua classe dirigente, per cultura di governo –
che assolva a questa funzione nazionale.
Ed è questa responsabilità dinanzi all’Italia, dinanzi al nostro Paese – care compagne e cari compagni, cari amici –
che ci porta a dire che il Partito Democratico è una “necessità” storica.

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  La nave in partenza verso il futuro — Eugenio Scalfari     
  La Repubblica — 22 aprile 2007
La novità vera del congresso della Quercia a Firenze è stata un atto di coraggio
che ancora fino alla vigilia sembrava in dubbio per i costi politici e sentimentali che avrebbe comportato,
i rischi inevitabili dell’uscita dal porto e della navigazione nell’alto mare aperto.
Quest’atto di coraggio è stato compiuto.
I problemi che hanno inchiodato i partiti ormai dissolti alla cultura del Novecento
(mettiamo tra questi anche l’appartenenza a questo o quel partito europeo)
diventano irrilevanti per un partito che nasce nel Duemila.
Non perché le convinzioni profonde, politiche e morali, debbano venir meno in favore d’un pragmatismo trasformista.
Al contrario: la moralità pubblica sarà invece uno dei punti fermi del Partito democratico
se vuole veramente che la politica colmi il fossato che oggi la divide dai giovani, dalle donne, dalla società.
Ma cambierà l’ottica, salteranno le cristallizzazioni e le divisioni tribali.
O almeno: questa è la speranza. Altrimenti perché farlo?

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  Il socialismo non basta — Barbara Spinelli     
  La Stampa — 22 aprile 2007
Quello che sta avvenendo in Italia negli ultimi giorni – due congressi che sciolgono al tempo stesso
Democratici di Sinistra e Margherita, per creare un comune partito che si chiamerà democratico –
viene spesso descritto come normalizzazione dell’Italia,
come suo vero ingresso politico in Europa dopo l’ingresso economico nell’euro. [...]
Ma la normalità europea che si usa invocare ha qualcosa di posticcio, somiglia molto a un luogo comune.
L’Europa non è quell’approdo esemplare che tanti descrivono,
e la sua normalità è piuttosto un’abitudine inerte che si sbriciola.
È anch’essa in cerca di nuovi pensieri, e minacciata dall’antipolitica,
dall’intorpidimento mentale, da un passato che non arricchisce più [...]

Da questo punto di vista l’esperimento italiano è fondamentale per l’Europa.
Questo sciogliersi dei vecchi partiti, questo riesame della storia,
questa volontà di creare non un nuovo partito ma un partito nuovo,
sono ambizioni di cui anche l’Europa ha bisogno.

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  A Sinistra. Per il Socialismo Europeo — Fabio Mussi     
  Intervento al 4° Congresso nazionale dei Democratici di sinistra — Firenze — 19 apr. 2007
Ho l’impressione che il Partito Democratico non recupererà tutto, o quasi tutto, lo spazio del centrosinistra.
Ci sarà una parte grande della società italiana, che guarda a sinistra, che non si sentirà rappresentata.
Una parte essenziale per fare, oggi e domani, maggioranza e governo. Molte forze si sono messe in cammino.
La nostra intenzione è di costituire un movimento politico autonomo,
che si propone di aprire un processo politico nuovo, più a sinistra del Partito Democratico.
Non un altro piccolo partito. Ma un progetto volto a riunificare forze.
A mantenere viva la prospettiva di una forza di sinistra di ispirazione socialista.
Laica e di governo. Del lavoro, dei diritti, delle libertà femminili, dell’ambientalismo,
aperta alle nuove culture e alle sfide di questo secolo. Alleata del Partito Democratico.

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  Democrazia a rischio? — Antonio Padoa-Schioppa   Milano — 25 feb. 2007
In politica, come nella vita, ci sono molte questioni di opportunità e poche questioni di principio.
Occorre saper distinguere le une dalle altre.
Un fondamentale difetto nostro è di trattare le questioni di opportunità come se fossero questioni di principio.
E, purtroppo, di trattare le questioni di principio come se fossero questioni di opportunità.
Le regole della democrazia sono, in democrazia, questioni di principio.
Non possono venire infrante senza reazioni. Reazioni democratiche, beninteso. Ma fermissime.

Altrimenti, presto o tardi, la democrazia muore.

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  Intervento al Senato sulla Finanziaria 2007 — Tommaso Padoa-Schioppa   Roma — 15 dic. 2006
"Si usa dire che la politica è l’arte del possibile;
ma è stato anche detto che la politica deve rendere possibile ciò che è necessario.
Abbiamo cercato di farlo.
E abbiamo la profonda convinzione, conoscendo l’Italia e gli italiani,
quelli che parlano e quelli che tacciono, quelli che lavorano e quelli che si preparano al lavoro,
che, operando per il meglio nella difficile situazione ereditata,
stiamo preparando per il Paese un futuro più sereno e costruttivo del presente.
E che questo sarà riconosciuto."
(scaricato dal sito del Ministero dell’Economia) (documento in formato Word)

  Il ritorno del Cavaliere   di Barbara Spinelli — La Stampa — 20 ottobre 2006
Se un forestiero visitasse oggi l’Italia sarebbe alquanto stupefatto.
(dal sito de La Stampa)

  Intervista a Tommaso Padoa-Schioppa   di Uwe Jean Heuser e Matthias Nass — (C) Die Zeit — Repubblica — 20 ottobre 2006
Batteremo l’evasione fiscale. È un furto alla collettività
(dal sito del CNEL)

  Intervista a Pierluigi Bersani   di Massimo Giannini — Repubblica — 25 ottobre 2006
Anticipiamo il tavolo sulla previdenza. Professioni liberalizzate entro dicembre
(dal sito del CNEL)

  Intervista a Tommaso Padoa-Schioppa   di Claudio Lindner — L’Espresso — 20 ottobre 2006
Ministro, qual è, secondo lei, il messaggio forte da trasmettere agli italiani?
"L’idea forte è quella di ridare al paese fiducia nei propri mezzi, di non trovarsi perennemente a rischio di declino,
di scivolare in serie B. È un fatto di ambizione collettiva.
Nella comunicazione con le persone lo sento un problema molto condiviso.
Sento meno fiducia tra gli osservatori e i commentatori che tra le persone comuni".
Testo sul sito de L’Espresso

  Video intervista a Tommaso Padoa-Schioppa   di Dario Di Vico — Il Corriere della Sera — 14 ottobre 2006
Domande e risposte (solo audio)
Domande e risposte (testo)
Domande e risposte (testo sul sito del Corriere)

L’orrore di Beslan è stato reso anche più terribile dall’intimidazione dei servili media russi
The horror of Beslan was made still worse by the intimidation of Russia’s servile media
Anna Politkovskaya — Thursday September 9, 2004 — The Guardian

7 ottobre 2006 — Assassinata a Mosca Anna Politkovskaya,
giornalista russa famosa in tutto il mondo per i suoi reportage
sugli orrori della guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali.
Nata nel 1958, la Politkovskaya aveva due figli.
Scriveva per il quotidiano dell’opposizione Novaya Gazeta.
Nel settembre del 2004, mentre si apprestava a recarsi a Beslan
per seguire il sequestro e il massacro degli ostaggi nella scuola del capoluogo dell’Ossezia del Nord,
era rimasta vittima di un avvelenamento da lei attribuito ai servizi segreti russi.
In passato era stata arrestata e anche più volte minacciata per la sua opposizione al governo.
(dal sito del Guardian) - Intervista sul sito della BBC - Intervista a Putin - Chechnya - Link web

  Mikhail Gorbaciov "Non isolate Putin e la Russia: l’Occidente ha bisogno di loro"
  di Fiammetta Cucurnia — La Repubblica — 31 ottobre 2006
"Molti dei problemi di cui si parla in Occidente a proposito del processo democratico in Russia, esistono.
Ma voi date una lettura dei fatti opposta alla nostra.
Per noi russi questo è difficile da accettare.
Ai tempi di Eltsin le ricchezze del nostro Paese venivano saccheggiate,
il Paese distrutto, l’esercito semismantellato, la costituzione calpestata.
Due terzi dei russi vivevano in miseria, umiliati, e l’Occidente applaudiva.
Così si è insinuato il dubbio.
La gente si domandava: ma che amici sono quelli che parlano di Casa comune europea,
dicono di sostenerci e poi vogliono trasformarci in un semplice fornitore di materie prime.

Putin, con i mezzi che aveva, ha restituito al Paese una speranza.
Credetemi, io nei suoi panni ci sono stato e so quanto sia difficile"

  Cremlino — Lo scrigno segreto del potere russo
  di Bernard Guetta — traduzione di Anna Bissanti — La Repubblica — 17 ottobre 2006
"La Russia ha creduto di trovare il suo salvatore in questa ex spia della Guerra Fredda
che aveva giurato loro di «inseguire i ceceni fin dentro i cessi».
I russi hanno creduto di trovare il loro salvatore in questo ultimo anello della catena dell’autorità perduta,
che aveva diretto per breve tempo il Fsb, erede del Kgb.
La Russia si è consegnata alla sua polizia, la forza che ancora le restava,
per mettere un freno alla propria disgregazione,
per ricentralizzare e rinazionalizzare per mezzo di partecipazioni pubbliche
non per ritornare al comunismo, ma per creare un capitalismo di Stato,
controllato dal Cremlino, basato su una politica del gas e del petrolio,
le ultime per quanto potenti due carte di un impero scomparso,
che avrebbe voluto rialzarsi almeno un po’."
Testo dal sito di Repubblica

  Intervista a Romano Prodi   di Enric Gonzàlez — traduzione di Fabio Galimberti — El Paìs-La Repubblica — 16 ottobre 2006
Prodi al "Paìs": campagna contro il mio governo per tenere la politica sotto scacco
E sull’Iran spiega: "Appoggiamo Solana e la sua politica di dialogo e fermezza"
"Lotterò contro l’evasione fiscale anche se protesteranno a milioni"
Il premier è in Spagna dove oggi incontrerà Zapatero: "I nostri obbiettivi sono gli stessi"

  Intervista a Tommaso Padoa-Schioppa   di Massimo Giannini — La Repubblica — 12 ott. 2006
La linea di Padoa Schioppa: più attenzione per il Nord
"La manovra dà alle imprese un terzo dei fondi per lo sviluppo le riforme"
"Via la riforma del cuneo se continua il muro sul Tfr"
"Non condivido le critiche sull’assenza di interventi strutturali
Era necessario risanare il bilancio. Poi toccherà alla riforma delle pensioni"

  Presentazione della Finanziaria 2007 alla Camera dei Deputati — Tommaso Padoa-Schioppa   Roma — 3 ott. 2006
"Questo disegno di legge propone una vera e propria svolta nella vita economica e sociale del Paese:
l’uscita dei nostri conti da una zona di pericolo,
una ridistribuzione del reddito attraverso il sistema fiscale e parafiscale;
uno spostamento della pubblica spesa dal mantenimento di apparati amministrativi pesanti
a programmi di sviluppo economico e di equità sociale;
l’avvio di riforme profonde nei campi del federalismo fiscale,
della sanità, della previdenza e dello stato sociale.
Si avviano cambiamenti importanti e si getta il seme per più ampie riforme future."
(scaricato dal sito del Ministero dell’Economia) (documento in formato Word)

  Disegno di Legge finanziaria 2007   Roma — 3 ott. 2006
Il 29 settembre il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze,
Tommaso Padoa Schioppa, ha approvato il Disegno di Legge Finanziaria per il 2007
e il Disegno di legge concernente il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2007
e il bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
(scaricato dal sito del Governo)

  Dario Di Vico — Intervista con Tommaso Padoa-Schioppa   Corriere della Sera — 8 set. 2006
Il Ministro parla delle prospettive economiche in rapporto alla prossima Finanziaria.
Il ruolo delle imprese, l’accordo con i sindacati e con la sinistra radicale.
Un invito a collaborare perche’ "siamo ugualmente consapevoli di avere una grande occasione".

  Jean-Paul Fitoussi — Tra ecologia ed economia   La Repubblica — 6 set. 2006
Fitoussi spiega la necessità e le difficoltà di integrare ecologia ed economia.
Peccato che non parli della necessità di un cambiamento nelle coscienze delle persone.

  Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011   Approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 lug. 2006
Si basa sul principio "La politica economica è chiamata ad agire su tre fronti:
dello sviluppo, del risanamento e dell’equità.
Deve affrontarli simultaneamente perché essi sono inscindibili."

  Mario Pirani — Israele e Palestina nel futuro della UE    La Repubblica — 11 set. 2006
Pirani parla della possibile convivenza dei due popoli
il cui dialogo puo’ fondarsi su una storia che ha avuto fecondi punti di contatto.